POSTURA :
Parlare di postura, è la premessa necessaria per poter
poi descrivere le posizioni. Non solo nelle posizioni
del karate, ma principalmente nella vita di tutti i
giorni, la postura deve sempre rispettare la fisiologia
della colonna vertebrale. Da una corretta postura deriva
la salute delle articolazioni e dell’intero apparato
muscolo – scheletrico. Le curvature della colonna
vertebrale le conferiscono la massima capacità di
resistere a pressioni causate da resistenze esterne. Se
si alterano le curve fisiologiche, si compromette tale
capacità e si rischiano danni e lesioni.
L’alterazione delle curve fisiologiche, in particolare
di quella lombare, si verifica quando modifichiamo
l’assetto del bacino portandolo a ruotare avanti o
indietro (anteroversione o retroversione). In
anteroversione il bacino ruota avanti sulle teste
femorali determinando un’accentuazione della curva
lordotica. In retroversione il bacino compie il
movimento contrario determinando un appiattimento della
colonna nella regione lombare.
In una postura corretta il rachide riesce a far
scaricare lo sforzo e le tensioni che gli vengono
imposte sul punto in cui si appoggia, cioè sul bacino,
che a sua volta scarica sulle gambe, tramite le teste
femorali. In una postura non corretta invece lo sforzo
imposto agisce in buona parte sul rachide, esponendolo a
rischi di infortuni.
Un esempio di ottimale resistenza della colonna
vertebrale, garantita dal rispetto della sua fisiologia,
è il sollevamento pesi. Nel karate la postura corretta
garantisce stabilità alle posizioni e assicura di
conseguenza l’efficacia dei colpi. Gli addominali devono
essere bloccati in isometria, concentrando la
contrazione, che deve essere parziale, sul basso ventre,
per creare un legame di dipendenza tra busto e bacino
(condizione indispensabile per la consistenza delle
tecniche e per evitare traumi alla schiena). La
contrazione addominale, che sarà sempre isometrica,
diventerà poi particolarmente intensa quando si tirano i
colpi, per effetto dell’espirazione, ancora di più se si
esegue il kiai.
ANCHE:
Le anche, quando si muovono, inevitabilmente vengono
seguite dalle gambe e dal busto. Nel karate si possono
considerare come un propulsore che, sorretto dalle
gambe, nelle diverse posizioni, trasmette immediatezza e
potenza alle tecniche. Intervenendo tramite rotazione,
fanno in modo che il colpo non sia un gesto singolo, ma
una parte di quell’insieme di segmenti corporei che,
coordinati tra loro, danno il massimo del risultato sia
per quanto riguarda la velocità che la potenza.
Le anche riescono ad esprimere una resa eccellente se le
gambe, che ne costituiscono la base d’appoggio, hanno le
caratteristiche della stabilità e della dinamicità. La
stabilità consente di raggiungere il massimo della
potenza nell’atto dinamico. La dinamicità si esprime in
un atto motorio rappresentato da una spinta. Questo
presuppone che nelle posizioni le gambe non siano mai
tese, ma flesse, in modo da poter trasmettere forza nel
momento in cui si distendono.
POSIZIONI :
Le posizioni devono garantire
1. comodità,
2. stabilità e dinamicità,
3. capacità di passaggio immediato dall’una all’altra.
Se sono rispettate queste caratteristiche, le posizioni
garantiscono al corpo la possibilità di gestirsi nello
spazio nel modo che gli è più congeniale per risolvere
situazioni difficoltose a proprio vantaggio, in
relazione alle esigenze dell’esecuzione tecnica oppure
del confronto.
Posizioni scomode, troppo stancanti, oppure non
particolarmente stabili, inducono a usare una parte
della nostra energia e attenzione per concentrarci su
noi stessi, perché non si è liberi di agire con
naturalezza. Inevitabilmente l’efficacia risulta
compromessa, i colpi lenti e prevedibili.
Per tutte le posizioni valgono alcune regole
fondamentali:
1. Seguendo la linea del femore, il centro del ginocchio
deve essere allineato con l’alluce del piede. Se si
rispetta questa regola il lavoro articolare del
ginocchio sarà secondo parametri fisiologici e
biomeccanici corretti, che ne preserveranno la salute
nel tempo.
2. Qualsiasi rotazione del corpo che venga effettuata,
deve essere sempre fatta sull’avampiede, mai col tallone
o, ancora peggio, con tutto il piede appoggiato.
3. Il peso del corpo non deve gravare su tutto il piede,
perché così facendo ci si rende statici e instabili. Il
peso del corpo deve essere concentrato principalmente
sull’avampiede, in particolare sul koshi, bisogna
sentire il tallone leggero, pronto a ruotare senza
attriti, anche nelle posizioni più stabili, basse o alte
che siano.
HEISOKU DACHI
:
Posizione in piedi:
piedi uniti,
ginocchia appena
flesse.
MUSUBU DACHI
:
Dalla precedente posizione,
ruotare le punte dei piedi
in fuori
di circa 40/45°.
HEIKO DACHI
:
Dall’ Heisoku Dachi separare i piedi tra di loro,
tenendoli paralleli;
la distanza tra i piedi
deve
corrispondere
alla larghezza del bacino.
E’ la posizione base, tra quelle in piedi,
ed è da
curare particolarmente.
Quando si assume questa
posizione,
bisogna avere la consapevolezza di essere
pronti ad agire:
le spalle basse,
l’energia concentrata
nel basso ventre,
né troppo rilassati,
né troppo
contratti,
ma pronti per un’azione immediata,
qualunque
essa sia.
HACHIJI DACHI o
SHIZEN TAI :
(posizione naturale)
KIBA DACHI
:
I piedi mantengono le caratteristiche
dell’ Heiko Dachi,
ma si divaricano le gambe
di circa il doppio e si
piegano.
Come diceva il M° Funakoshi,
in questa posizione si deve
provare
la sensazione di concentrare l’ energia
tra le
gambe, invece che all’esterno,
come se si cavalcasse
stringendo i fianchi
di un cavallo.
Anticamente questa
posizione
si chiamava Naihanchi dachi.
SHO FUDO DACHI (piccolo Fudo Dachi)
:
Posizione in piedi;
il peso del corpo è distribuito
uniformemente sulle gambe.
FUDO DACHI
Rispetto al Sho Fudo Dachi
aumenta la distanza tra i
piedi.
E’ una posizione da coltivare col massimo
della
considerazione perché da essa dipende tutta l’efficacia
del karateka.
E’ la posizione base, tra quelle basse,
perché da lì si parte per compiere
qualunque movimento;
essa garantisce comodità,
stabilità e possibilità di
gestire il corpo
nello spazio nel migliore dei modi,
è
poco stancante perché il peso del corpo
è equamente
distribuito sulle gambe,
e le gambe essendo flesse sono
immediatamente disponibili per compiere azioni con
spontaneità,
naturalezza e rapidità,
in tutte le
direzioni e in qualsiasi spostamento.
ZENKUTSU-DACHI
:
Dal Fudo Dachi si avanza col ginocchio anteriore
oltrepassando le dita del piede
di circa 3/6 cm, non di
più, perchè altrimenti ci si sbilancia troppo in avanti
rendendo difficoltoso un eventuale ritorno
(si può
andare oltre, ma con la
consapevolezza di continuare in sinobi-ashi).
La gamba posteriore viene richiamata
in
base all’ entrata del ginocchio anteriore.
Lo Zenkutsu Dachi è una posizione di arrivo
e non di
partenza.
E’ un grosso errore stare in Kamae - te in
Zenkutsu Dachi, ci si stanca inutilmente perchè il peso
del corpo è sostenuto per la maggior parte con la gamba
anteriore,
la posizione non ha le caratteristiche della
mobilità e non può garantire potenza perchè
è già in
fase di entrata massima.
Questa posizione si assume nel
momento
in cui stanno terminando le tecniche per
imprimere quella penetrazione che rende
il colpo
devastante.
Se nello Zenkutsu Dachi e nel Fudo Dachi
si sta troppo
bassi, le gambe sono troppo aperte, il femore tende a
una linea orizzontale e di conseguenza ci si stanca in
poco tempo,
si tende a sedersi sul posto invece che
avere
la naturale disponibilità per poter gestire
il
corpo nello spazio con naturalezza e si sollecitano
intensamente e inutilmente le articolazioni.
Bisogna
assolutamente evitarlo perché si producono danni senza
nessun beneficio, rendendo le tecniche goffe e spinte
invece che naturali ed esplosive come dovrebbero essere.
KOSA DACHI (prima variante)
:
Questa posizione si usa quando si vuole imprimere
ulteriore potenza al colpo.
L’esecuzione richiede un’abilità notevole,
per cui non
la si propone ai principianti,
ma solo ad un certo
livello,
quando è stata raggiunta una buona padronanza
dello Zenkutsu Dachi.
Il Kosa Dachi è una delle caratteristiche
di noi Shoto
Kai di cui andiamo orgogliosi.
KOSA DACHI (seconda variante)
KOKUTSU DACHI
:
Dal Fudo Dachi spostare il peso
del corpo sulla gamba
posteriore per il 70%.
NEKO-ASHI-DACHI (posizione a gatto)
:
Dal Kokutsu Dachi, ruotare bacino
e gamba posteriore
girando verso l’ interno
il piede di 45°/50°;
l’ anca “si
siede” sulla gamba la quale
sorregge tutto il peso del
corpo.
La gamba anteriore, mantenendo le stesse
caratteristiche, viene richiamata.
KAMAE : posizione di guardia base
Si assume la posizione del Fudo Dachi.
Se si parte con
la gamba sinistra avanti,
la mano destra è col polso
appoggiato sotto
la zona vita, sull’anca, il pugno è
chiuso e il palmo è rivolto verso l’alto; se si parte
con la destra avanti è esattamente l’opposto.
Questa
posizione della mano non garantisce una difesa
eccellente, ma in realtà non è questo il suo scopo
primario.
Lo scopo principale è invece quello di
apprendere correttamente il massimo che le tecniche
possono dare, in termini di escursione del movimento e
di collegamento col corpo tramite l’anca (l’ anca è
sempre il propulsore primario per le tecniche, in
particolare quelle che vengono effettuate
o col passo o
con la parte dietro - in giaku-,
in tal caso il pugno,
essendoci sopra, diventa un tutt’ uno con essa).
La mano anteriore deve trovarsi a ¾ della distensione
massima, col pugno all’altezza della spalla e spostato
verso il centro del corpo. Il pugno è chiuso, col palmo
rivolto verso l’alto, e deve essere allenato in modo da
poter agire direttamente (es. Kizami) oppure da essere
richiamato per compiere poi azioni complete.
Questa
posizione base delle mani serve essenzialmente per
apprendere
correttamente l’uso degli arti
superiori
coordinandoli col corpo.
Tutto il bagaglio tecnico di base deve essere appreso
passando da questa posizione fondamentale, altrimenti
non si capiranno bene le traiettorie delle tecniche e la
loro completezza.
La posizione tuttavia presenta delle carenze nella
difesa in un kumite; la seconda fase dell’allenamento
consisterà perciò nell’apprendere una postura che possa
garantire una protezione del corpo più generale e che
possa allo stesso tempo esprimere rapidità e potenza sia
nelle parate che negli attacchi addestrati nella prima
fase.
KUMITE :
POSIZIONE DI GUARDIA
Dalla posizione precedente, le mani si aprono
e ruotano
entrambe di circa 110°/120° in intrarotazione,
determinando uno spostamento verso l’esterno dei gomiti.
La mano anteriore mantiene circa la stessa posizione,
quella dietro si alza dal fianco fermandosi, al massimo,
all’altezza della faccia, lontano da essa di circa 20
cm.
Le mani si separano leggermente in modo che la testa si
trovi in mezzo ad esse. In questa posizione le mani
intercettano più prontamente i colpi, sia diretti che
circolari, deviandoli o bloccandoli, e predispongono
agevolmente a contrattacchi.
E’ buona norma tenere un braccio più basso, predisposto
a una difesa medio – bassa, e uno più alto, predisposto
a una difesa medio – alta, e addestrarsi ad invertire la
posizione delle braccia. In questo modo difficilmente si
verrà colti di sorpresa, anche su attacchi strategici
combinati (bassi e alti o viceversa).
La posizione,
nella quale siamo difesi e protetti, non deve quindi
essere una forma statica, deve invece adattarsi alle
circostanze che un combattimento può presentare,
per
adeguarsi al ritmo dell’avversario e non dargli mai la
possibilità di identificare un punto in cui colpire. Ad
ogni modo,
tutte le modifiche che essa può subire,
sono
sempre e soltanto un’elaborazione
delle parate
fondamentali apprese con la postura di base.
Per riassumere, la posizione di guardia base serve per
l’apprendimento delle tecniche
ed il conseguimento della
qualità nella loro esecuzione, la seconda posizione di
guardia
è più funzionale nel kumite.
N.B. Le posizioni fin qui illustrate sono quelle più
frequentemente usate nel nostro stile. Quelle mancanti
sono comunque di fondamentale importanza, in sé e per il
miglioramento delle precedenti.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti sulle
caratteristiche di ogni posizione, contattare
l’ I.SH.K.K.A.
ASHI (SPOSTAMENTI)
-
YORI ASHI :
Scivolamento della gamba anteriore
con richiamo di quella posteriore.
Questo nel caso di debba avanzare;
se si arretra, avviene l’opposto.
TSUJI ASHI
:
Avanzamento della gamba posteriore,
entrata con quella anteriore.
SHINOBI ASHI
:
La gamba posteriore
avanza, oltrepassando
quella anteriore.
Continuando ad avanzare,
si ritorna nella posizione di partenza.
TECNICHE (pugni, parate, calci)
GIAKU TZUKI
REALIZZAZIONE OI KOMI
Per realizzare l'oi komi, dal Fudo Dachi la gamba spinge
mentre l'anca e il piede ruotano frontalmente
anticipando leggermente la partenza del pugno.
Il piede
anteriore deve essere leggermente rivolto verso
l'interno, la gamba deve fare da sponda per incanalare e
guidare l'energia che viene da dietro.
Durante la spinta
della gamba e la rotazione dell'anca viene scagliato il
pugno e il corpo viene proiettato in avanti assieme al
ginocchio anteriore.
Questa coordinazione di segmenti
corporei e di azioni conferisce alla tecnica una
rapidità di esecuzione ed una potenza davvero
sorprendenti. Il giaku tsuki è la prima fase di questo
architettato percorso, pertanto non è efficace quanto
l'oi komi, essendo meno penetrante.
L'oi tsuki inizia quando finisce l'oi komi.
La scelta
nell'utilizzo di questi colpi dipende solo ed
esclusivamente dalla distanza a cui si trova il
bersaglio da colpire.
Padroneggiare questo repertorio
tecnico consente di essere efficienti in ogni situazione
e nelle diverse distanze, ravvicinata media e lunga.
REALIZZAZIONE KIZAMI TZUKI OI TZUKI
OI TZUKI VISTA FRONTALE
REALIZZAZIONE GEDAN BARAI
:
Il Gedan Barai deve terminare in Fudo Dachi. Se continua
in Zenkutsu Dachi è perché diventa un attacco.
MAE GERI
REALIZZAZIONE DI USHIRO GERI
SU ATTACCO DI GYAKU TZUKI